AUTOTRASPORTO: COMINCIARE UNA RIVOLUZIONE VERDE È FACILE, PORTARLA AVANTI È LA VERA SFIDA

Il Wti (il greggio prodotto in Texas, riferimento per il mercato americano) poco più di un anno fa crollava sotto un dollaro al barile accusando una flessione vicina al 95 per cento. La crisi economica del 2008 ha visto l’altalena delle quotazioni oscillare dai 90 dollari al barile, schizzando poi a 150 per rimpiombare a 40 nell’arco di 12 mesi.

Oggi le quotazioni del petrolio greggio segnano un +102% sullo stesso periodo dell’anno scorso e guardando i grafici relativi all’andamento degli ultimi 20 anni viene il mal di testa. Le montagne russe, metafora geopolitica particolarmente calzante, dell’andamento dei prezzi delle materie prime energetiche hanno effetti diretti immediati su imprese, famiglie, consumi, investimenti.

La filiera del trasporto è certamente una delle più interessate dal fenomeno e gli operatori del settore sono in prima linea quando si tratta di sperimentare l’entità delle pendenze.

Il settore è inoltre comprensibilmente sempre sotto la lente di ingrandimento quando si parla di decarbonizzazione e di graduale abbandono delle risorse fossili.

Il rinnovo del parco veicolare viene spesso identificato per la categoria come la medicina per intervenire efficacemente su queste questioni e rappresenta certamente un obiettivo imprescindibile per traghettare l’autotrasporto nel futuro della transizione ecologica e per non rimanere esclusi dalla rivoluzione verde. Per raggiungere questo ambizioso traguardo però non basta la buona volontà delle imprese!

“In un mercato così imprevedibile sotto il profilo del costo delle materie prime e in un contesto pandemico ancora incerto non si può non rilevare che scelte perentorie o unidirezionali verso un unico modello di alimentazione alternativa in ambito trasportistico rischiano di produrre effetti ingovernabili e insostenibili per la dimensione delle imprese che rappresentiamo.” Questo il monito del Presidente degli autotrasportatori di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, Danilo Vendrame, che guarda con preoccupazione la rapidità con la quale si assiste a questi scossoni che in questi giorni interessano il mercato del Gas.

“Nel caso del metano stiamo assistendo a aumenti del 100% che non possono ricadere solo nelle imprese –afferma– che hanno investito con fatica in modalità di trasporto sostenibili e che in alcuni casi rientrano degli investimenti in anni, complici i ritardi nel pagamento degli incentivi ministeriali.”

La categoria si aspetta un intervento del Governo che tuteli gli autotrasportatori che credono nella transizione energetica vigilando sugli aumenti del mercato e contemporaneamente prevendendo misure di defiscalizzazione dei mezzi Ecotruck o di incentivi all’acquisto decisamente più consistenti per l’acquisto di veicoli nuovi e non dell’ordine di qualche decina di migliaia di Euro.