EVENTO 11 MAGGIO | INCONTRO CON IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA, SEN. ANNA MARIA BERNINI

«È ormai maturo il tempo di superare la contrapposizione sterile e artificiosa tra i mondi dei mestieri e delle professioni e quello della ricerca tecnologica. L’unione di questi ambiti è la chiave per accelerare i processi innovativi, per inaugurare un rapporto organico e osmotico tra artigianato, università e centri di ricerca».
Questo il filo conduttore dell’incontro con la senatrice Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca, tracciato da Oscar Bernardi e da Roberto Boschetto, presidenti di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana e Veneto. L’incontro che si è tenuto sabato 11 maggio nella sede dell’Associazione provinciale, ha visto la partecipazione dei presidenti e direttori delle Associazioni mandamentali e dei dirigenti delle comunità di mestiere.

«Deve essere avviata una stagione di collaborazioni tra Associazioni imprenditoriali e Università in modo permanente e strutturata», è l’invito che ha lanciato da Oscar Bernardi, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana. «Una proposta concreta che consentirebbe da un lato ai progetti di ricerca e di sviluppo universitario di trovare applicazione e sperimentazione direttamente in azienda, attraverso anche uno scambio di know-how e competenze tra ricercatori e dottorandi e personale interno, dall’altro permetterebbe alle imprese di attingere dagli atenei nuove risorse giovani e qualificate, in linea con l’evoluzione del business aziendale. Si tratterebbe dunque di un rafforzamento della collaborazione tra il sistema pubblico della ricerca e quello privato delle imprese».

Non è un caso che Confartigianato Imprese Marca Trevigiana si avvale di partnership con società a partecipazione mista nell’ambito degli ecosistemi territoriali dell’innovazione che promuovono il trasferimento tecnologico. Oltre ad aver attivato autonomamente esperienze e progetti di collaborazione con le università Ca’ Foscari e IUAV di Venezia sui tema della transizione ecologica e della trasformazione dei mestieri.
«A dimostrazione del nostro impegno», ha aggiunto Oscar Bernardi, «abbiamo scelto di diventare soci dell’ITS Meccatronico Veneto, poiché riteniamo che la presenza di giovani profili dinamici, aperti, visionari sia il valore aggiunto che segna la differenza tra le imprese. Ricordo inoltre l’importante attività che realizziamo nelle scuole secondarie superiori finalizzata alla promozione dell’apprendistato duale, modalità che facilita l’incontro tra mondo del lavoro e scuola, la cui validità è stata avvalorata da significativi stanziamenti del PNRR».

«Le università sono fondamentali per lo sviluppo», ha fatto eco Mario Pozza, presidente Unioncamere Veneto, «anche nella prospettiva di rendere i territori attrattivi verso i finanziamenti per la ricerca. In questo si innesta il ruolo centrale delle Associazioni di rappresentanza, che ben intercettano i bisogni formativi delle imprese e dei lavoratori. Un altro punto da tenere in considerazione è l’abbandono scolastico universitario: un’alternativa potrebbero essere gli Istituti tecnici superiori, con uno stretto rapporto tra formazione e mondo imprenditoriale.»

«Il mondo dell’università, gli ITS, i centri di ricerca e l’alta formazione artistica e musicale hanno molto a che fare con l’artigianato. La parola chiave è lavorare insieme». Questa l’indicazione generale data dal Ministro sen. Anna Maria Bernini. «Il mio impegno è di orientare verso una formazione sempre più flessibile, per andare incontro alle esigenze del mondo del lavoro che cambia. È sempre più necessario accorciare il tempo di passaggio dalla formazione al lavoro. In questo senso le università sono sempre più aperte alle imprese, con un rapporto più strutturato e virtuoso.»

«Il nodo cruciale e la vera emergenza di questo tempo», ha messo in evidenza Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato imprese Veneto, «è la carenza di manodopera qualificata. Per questo l’appello è di ricercare, all’interno del sistema universitario, percorsi professionalizzanti spendibili nell’impresa e in stretta connessione con le specificità del territorio. Le nostre imprese sono caratterizzate da profili professionali sempre più innovativi governando quotidianamente il cambiamento tecnologico e interpretando le trasformazioni economiche, ambientali e digitali della filiera produttiva.»
Confartigianato ha sottolineato come i corsi di studio ingegneristici, quelli legati alle produzioni alimentari specifiche, così come le discipline sociosanitarie che forniscono competenze tecniche e specialistiche, sono solo alcuni degli esempi che confermano come un percorso di studi in linea con la realtà produttiva del territorio possa essere direttamente speso all’interno delle imprese. «Auspichiamo inoltre», ha aggiunto il presidente regionale Roberto Boschetto, «che il sistema universitario incentivi la nascita, la crescita e lo sviluppo di nuovi spin-off e start-up universitarie in grado di tradurre in chiave imprenditoriale i risultati della ricerca universitaria al fine di sviluppare prodotti o servizi di carattere innovativo a servizio delle aziende locali».

«Per rendere accessibili e fruibili queste opportunità», conclude il presidente provinciale Oscar Bernardi, «dovrebbero essere definite delle procedure snelle e semplici pensate per la piccola dimensione perché ad oggi ci risulta che siano scoraggianti per il fardello burocratico che sono in grado di sopportare e affrontare solo le grandi realtà imprenditoriali».