FISCO BATTE SEMPLIFICAZIONE (ALMENO) DUE A ZERO

di Oscar Bernardi, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana

La lotta per la semplificazione conosce molte più sconfitte che vittorie e proprio alcune delle scadenze programmate per il prossimo 30 giugno ne sono la dimostrazione.

La palma dell’adempimento più inutile ed insensato spetta all’obbligatoria pubblicazione dei contributi pubblici ricevuti nel precedente esercizio 2021, da indicare sui siti web dei singoli percettori e, laddove questi non ne dispongano, sui siti web delle relative associazioni di categoria, alle quali non vi è obbligo di aderire.

Complessità, incertezza ed incongruenza hanno, non a caso, indotto il legislatore a sospendere per il 2022 l’applicazione delle sanzioni relative alle eventuali inadempienze.

Nella classifica si piazza poi l’obbligo di rendere, sempre entro il 30 giugno, l’autocertificazione dei contributi Covid percepiti nell’intero periodo della pandemia.
Tale adempimento, funzionale all’assolvimento di obblighi imposti dalla Comunità europea, oltre ad essere gravoso, si presenta in un momento in cui i contribuenti sono preoccupati di adempiere alle incombenze tributarie annuali.

Come Confartigianato, unitamente alle altre associazioni di categoria e di rappresentanza, abbiamo evidenziato l’assurdità di una autocertificazione che attesta all’Amministrazione esattamente quanto la stessa ha erogato alle imprese, e stiamo sollecitando una proroga.

A fronte di ogni contributo per il quale sia stata presentata una specifica richiesta su regolare modello ministeriale, L’Agenzia delle Entrate richiede ulteriori informazioni. Pur sapendo che la richiesta si inserisce in un processo finalizzato alla semplificazione perché gravare le imprese di un’ulteriore azione quando la raccolta dati poteva essere strutturata per tempo in modo ottimale.

A peggiorare il quadro va aggiunto che, sempre per fine giugno, le imprese e gli intermediari saranno alle prese anche con altre scadenze di carattere “fiscale”: dotazione di POS per evitare le sanzioni per mancata “messa a disposizione” della clientela dello strumento di pagamento, l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica per i forfetari, le nuove modalità telematiche con cui comunicare le operazioni commerciali con l’estero, la dichiarazione IMU, il pagamento del saldo delle imposte per il 2021 e l’acconto per quelle del 2022.