SBLOCCO DEI LICENZIAMENTI : COME INTERVENIRE PER RIQUALIFICARE I LAVORATORI

Gli interventi di Roberto Boschetto e Vendemiano Sartor, presidenti regionale e provinciale di Confartigianato con delega al lavoro in Federazione

Ci sono ancora due mesi prima del via allo sblocco dei licenziamenti. È bene non perdere tempo per gestire la fase in cui nelle aziende in grave difficoltà e con rapporti di lavoro compromessi e senza futuro si passerà dall’ammortizzatore alla conclusione dei rapporti in essere

E’ opportuno avviare una riflessione sullo strumento dell’assegno di disoccupazione, NASPI, e riempierlo di contenuti utili alle aziende e ai lavoratori. Rimane incerto il numero degli esuberi nel settore artigiano ma guardando all’utilizzo dell’ammortizzatore sociale FSBA il quadro generale è meno disastroso delle attese ma con differenze settoriali. Le giornate di sospensione dal lavoro nell’artigianato veneto sono calate dell’86% tra il periodo marzo e aprile (caratterizzati dal lockdown) e quello di luglio e settembre passando da 2milioni 220mila giornate pagate (per un importo 75 milioni 903 mila euro) a 319 mila giornate e 10 milioni 429 mila euro.

Oltre a questo, i dati di utilizzo dicono di una crisi a macchia di leopardo con aziende che pur in questa situazione difficile, cercano personale qualificato. In particolare il settore dell’edilizia e tutta la filiera collegata come installatori, serramentisti e mobile, spinta in questo periodo da potenti incentivi del 110%, ecobonus, sismabonus etc.

Le risorse rivolte agli ammortizzatori dopo il 31 marzo devono essere dirottate verso incentivi all’occupazione, anche a termine lungo, per una durata pari all’integrazione salariale. Se l’ammortizzatore è stato provvidenziale nella fase acuta della crisi a preservare le professionalità aziendali ed il reddito dei lavoratori  ora si impone una scelta di qualità per gestire il passaggio, complesso, in cui le aziende in difficoltà apriranno le procedure di crisi e i conseguenti esuberi potranno diventare licenziamenti. Anche in questo caso è necessario garantire ai singoli lavoratori un sostegno al reddito ma ancora più urgente sarà garantire un reimpiego il più possibile immediato per valorizzare professionalità e competenze e per impedire problematiche gravi di coesione sociale.

Come? Ecco la proposta di Confartigianato Veneto che si concentra su due versanti: quello dei lavoratori che vanno ricollocati, quello di chi invece può essere accompagnato alla pensione. In entrambi i casi lo strumento base è l’assegno di disoccupazione (Naspi). Nel primo caso va accompagnato a strumenti di ricollocazione immediata, grazie ad una mappatura dei fabbisogni tra settori e a strumenti come gli incentivi all’assunzione, al tirocinio, all’apprendistato. Come anche lo strumento di formazione continua utile alla riqualificazione. Il tutto con qualificate attività di incontro tra domanda e offerta. Nel secondo la Naspi può essere utilizzata come percorso di accompagnamento alla pensione nei confronti di soggetti che sono in prossimità di maturarla. Questo permetterebbe di centrare due obiettivi. Il primo di attutire l’impatto dello sblocco dei licenziamenti e le rigidità delle norme che prevedono che in caso di crisi si licenzi l’ultimo lavoratore assunto, meccanismo che colpirebbe immediatamente i giovani. Il secondo è quello di aprire la possibilità a nuove assunzioni. Da questo punto di vista sarebbe importante da subito prevedere un allargamento anche alle piccole imprese di strumenti che prevedono incentivi all’esodo a fronte dell’impegno a nuove assunzioni. In questo senso bisognerebbe allargare la portata degli artt. 5 e 5 bis della l. 148/2015 che prevedono questi meccanismi solo per aziende di grandi dimensioni. Il costo degli strumenti che integrano la Naspi a favore della ricollocazione difficilmente sarà superiore al reiterato utilizzo dell’ammortizzatore”.

Il presidente Vendemiano Sartor, è intervenuto sul tema, domenica 7 febbraio , ai microfoni del TgTreviso di Antenna Tre