AUTOSTRADA A4 – UNA PROPOSTA PER RIDURRE GLI INCIDENTI NEL TRATTO MALEDETTO

Di Danilo Vendrame, presidente autotrasportatori Confartigianato Imprese Marca Trevigiana

Dagli inizi degli anni 2000 l’autostrada A4 si è dimostrata insufficiente ad accogliere il flusso di traffico nazionale e internazionale e da subito si è parlato di terza corsia.
Rispetto ai lavori di cantierizzazione dell’ampliamento dell’infrastruttura non c’è stata una concomitante programmazione degli interventi volti a mettere in sicurezza l’esistente: mancano le piazzole di sosta e la corsia di emergenza è inadeguata.

La società autostrade dice che l’attuale infrastruttura è sicura. Ma allora perchè nei tratti in cui l’autostrada è stata rinnovata la corsia di emergenza è idonea e ci sono le piazzole?
Una delle principali cause degli incidente è la distrazione dei conducenti. E’ vero, ma è altrettanto vero che non si è intervenuti per aumentare il loro livello di attenzione. Mantenere una distanza di sicurezza adeguata, indipendentemente dalla corsia sulla quale si sta viaggiando, è un salvavita. Permette di gestire una situazione emergenziale trasformando un incidente mortale in un incidente meno grave.

Se un automobilista si trova in difficoltà e ha necessità di fermarsi, non sa dove sostare. E’ costretto a continuare, compromettendo la propria e l’altrui sicurezza. E’ ipotizzabile che proprio questa situazione, e non la distrazione, sia la causa dell’ultimo incidente mortale verificatosi poiché è improbabile che un automobilista marci a 130 km orari sulla corsia di destra dove ci sono prevalentemente camion che viaggiano a 80/85 Km orari.

Negli ultimi 20 anni il traffico sulla A4 è triplicato e di conseguenza anche gli introiti della società autostrade sono triplicati senza essere stati investiti nella sicurezza del tratto maledetto, quello che va da San Donà di Piave a Portogruaro. In certi giorni specialmente, il lunedì e martedì da Trieste verso Venezia e il giovedì e venerdì da Venezia verso Trieste, il traffico è molto intenso. Si aggiunga inoltre che il flusso dei veicoli che arriva da Milano è distribuito su tre corsie, quello che proviene da Venezia su due e a San Donà tutto si imbottiglia in due sole corsie.

Da professionista che viaggia su questa strada e quale rappresentante di oltre 700 autotrasportatori di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana propongo di istituire una distanza minima obbligatoria fra veicoli di 60- 70 metri e di utilizzare catarifrangenti e “occhi di gatto” da posizionare sul manto stradale, assieme a della segnaletica verticale (un sistema analogo a quello che si utilizza per indicare la velocità di sicurezza da tenere in caso di nebbia), affinché chi guida sappia se la sua distanza dal mezzo che lo precede è adeguata e guida abbia chiara la percezione del pericolo a cui si sta esponendo. L’installazione di telecamere potrebbe integrare questi interventi .