CREDITI CEDIBILI: MODIFICHE COSTANTI E RETROATTIVE ALIMENTANO SOLO CONFUSIONE

Di Oscar Bernardi, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana

“Le modifiche al meccanismo dei crediti di imposta contenute nel Decreto Sostegni ter ne complicano la gestione, peraltro già complessa. Non scordiamoci che la cessione dei credito si è rivelata la leva che ha attivato una domanda da parte dei privati che sino al 2020 non esisteva. Le nuove regole introdotte dal decreto legge 27 gennaio pubblicato nelle GU n 21 del 27 gennaio, sottese a superbonus, ecobonus, bonus ristrutturazioni, sismabonus e bonus facciate stanno generando allarme. Al solito ci ritroviamo ad assistere ad un cambio di regole in corso d’opera e questo non può far altro che alterare se non compromettere l’equilibrio precario in cui operano le 9mila imprese trevigiane con il loro 17.500 addetti, chiamate a districarsi tra fumose disposizioni, prive di univoca interpretazione, costi che mutano, scenari che si modificano alla velocità della luce” afferma Oscar Bernardi, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana.

COSA PREVEDE IL DECRETO

La pubblicazione del decreto sostegni ter prevede che il fornitore in caso di acquisizione di un credito a seguito concessione di sconto in fattura, possa ancora procedere successivamente alla cessione del credito, ma che il cessionario (per esempio la banca) non possa più procedere ad ulteriori cessioni dello stesso.
Più complicato il caso del credito derivante al fornitore da una cessione diretta da parte del cliente, perché in questa situazione il credito non sarà ulteriormente cedibile (nemmeno alla banca) e potrà essere utilizzato solamente a compensazione di propri debiti d’imposta.
Pertanto, chi intendesse accordare lo sconto in fattura al proprio cliente potrebbe ancora contare sulla possibilità di monetizzare il credito ma dovrebbe assicurarsi che la banca di riferimento sia disponibile, anche al netto delle recenti modifiche, ad accettare comunque la cessione, sapendo di non poter ulteriormente monetizzare il suddetto credito
Diventa quindi impossibile con l’attuale impostazione pensare di poter accettare crediti per cessione diretta atteso che la successiva cessione e quindi la monetizzazione degli stessi risulterebbe preclusa.

L’INTERVENTO DI CONFARTIGIANATO

“Pur comprendendo la ratio del decreto che punta a contrastare le frodi non possiamo permetterci il lusso di stoppare un volano che ha concorso a rilanciare il sistema casa. Non si possono colpire continuamente migliaia di imprese che operano correttamente, impegnate in interventi di riqualificazione energetica e sismica, che ora dovranno necessariamente rivedere le condizioni contrattuali con i committenti, generando migliaia di contenziosi e un blocco del mercato. Da novembre ad oggi, si è assistito, di fatto, ad un continuo cambio delle regole e ora ci si domanda chi si fiderà di pianificare lavori che prevedano lo sconto in fattura o la cessione del credito e che fine faranno i preventivi già siglati per lavori del 2022 ove sono previsti questi meccanismi – continua il presidente Bernardi – Confartigianato ha trasmesso al Presidente del Consiglio Draghi una nota per denunciare gli effetti e chiedere la modifica delle disposizioni introdotte con l’art.28 per rendere possibili altre cessioni. La Federazione del Veneto a breve convocherà i Parlamentari veneti perchè sostengano un intervento urgente volto a definire in modo chiaro e stabile il quadro di riferimento normativo degli incentivi in materia di edilizia .”

PROPOSTE PER COMBATTARE LE FRODI

“Non è questo il sistema per frenare abusi e irregolarità- conclude il numero uno di Confartigianato – Contro le frodi abbiamo chiesto da tempo regole chiare per evitare speculazioni, come l’introduzione di prezzari di riferimento per tutti i bonus e un sistema di qualificazione delle imprese che valorizzi quelle che osservano i contratti di settore, operano nella legalità e nel rispetto delle regole visto il recente proliferare di operatori improvvisati. Ma finora, al di là di qualche buon proposito, non si è fatto nulla, non ci sono state risposte concrete ed efficaci a tutela delle imprese del settore e delle migliaia di lavoratori in esse occupati ”.