ENERGIA – VIA DALLA BOLLETTA COSTI IMPUTABILI ALLA FISCALITA’ GENERALE

Di Oscar Bernardi, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana

«I costi delle materie prime e dell’energia sono da mesi fuori controllo. Ormai le imprese sono davanti a un dilemma: ha senso cavalcare l’onda della ripresa o è più sostenibile bloccare l’attività?». È il grido d’allarme di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, forte dei dati preoccupanti che giungono dalle imprese. Sono mesi che Confartigianato lancia agli enti ministeriali pressanti richieste di aiuto
A soffrire sono un po’ tutte le realtà produttive, ma in particolare quelle del settore manifatturiero. Dopo 13 anni di calma piatta, gli ordinativi continuino ad aumentare, ma i costi sono diventati insostenibili.

«Prima la crisi economica del 2008», sottolinea Bernardi, «a seguire il Covid e ora la mazzata del rincaro ingiustificato dei costi delle materie prime e dell’energia. Com’è possibile far fronte a commesse definite mesi fa, o programmare il lavoro con margini sempre più risicati quando in gioco ci sono variabili impazzite come il costo della corrente che continua ad aumentare erodendo qualsiasi margine di profitto?»

Qualche settimana fa l’Associazione aveva sostenuto gli interventi del Ministero sulla diminuzione degli oneri di sistema a favore delle piccole imprese e delle famiglie. Ma in uno scenario in cui i prezzi di elettricità e gas non danno segnali di diminuzione, questi interventi governativi spot non sono più sufficienti.

«Più che imprenditori in questo contesto diventiamo equilibristi», sostiene con convinzione il Presidente, «in bilico tra le scelte di sviluppo aziendale e tutta una serie di fattori difficilmente prevedibili che minano la tenuta delle aziende e del tessuto economico e sociale del Paese.
Se è vero che parte di questi aumenti trovano origine nella ripresa economica e in fattori internazionali, tuttavia da soli questi fattori non giustificano i rincari che stiamo registrando».

Secondo l’Associazione non si può parlare di sostegno alle imprese se non si decide di affrontare i problemi alla radice. Chi sta speculando sulle spalle delle imprese trevigiane e italiane? «Questa è la domanda che tanti di noi mi stanno facendo», ammette Bernardi. «Perché i produttori di energie alternative non fanno sentire la loro voce, sottraendosi alle logiche degli aumenti di mercato? La transizione ecologica in questi casi non rappresenta un costo maggiore, ma dovrebbe fungere da calmiere dei prezzi.»

Confartigianato chiede un effettivo sostegno al sistema produttivo, composto per il 95% da piccole imprese, cominciando a riformare le modalità con le quali si fissano i prezzi sulla borsa elettrica, che generano storture tra gli effettivi costi di produzione e quelli di vendita sul mercato.
«Non devono essere scaricati i costi energetici delle imprese più grandi su quelle di minori dimensioni», puntualizza il Presidente. «Se c’è davvero la volontà di aiutare le imprese, togliamo dalla bolletta tutta una serie di costi che nulla hanno a che vedere con l’energia e che dovrebbero gravare sulla fiscalità generale, liberando così risorse che le imprese potrebbero investire nella produzione e nell’innovazione».

Le imprese che si sono affidate all’Associazione e al suo Consorzio Caem non hanno visto aumenti sul prezzo dell’energia nel corso del 2021. Purtroppo, le previsioni per il 2022 devono fare i conti con i rincari.
A breve il Caem e Confartigianato metteranno a disposizione delle aziende un applicativo che permetterà loro di avere una previsione di spesa per il 2022 del costo dell’energia in modo da facilitare le politiche aziendali in termini di distribuzione degli orari di lavoro o di revisione dei preventivi o listini prezzi.
«L’Associazione sta lavorando anche all’accompagnamento delle imprese verso nuove forme di risparmio», conclude Bernardi, «attraverso la costituzione di comunità energetiche che permettano agli aderenti di contenere i costi delle bollente agendo sull’aggregazione territoriale».