IMPIANTI ANTINCENDIO: LE AZIONI DI CONFARTIGIANATO A TUTELA DEI MANUTENTORI

Confartigianato Impianti sta agendo nei confronti dei Ministeri dell’Interno, del Lavoro e dello Sviluppo Economico per tutelare il settore che rischia di essere gravato da un ulteriore provvedimento normativo, noto come “Decreto Controlli”, che introdurrebbe nuovi e aggiuntivi requisiti professionali per quanti operano nella manutenzione di impianti antincendio.

Nel dare attuazione ad una precisa indicazione contenuta nel Testo Unico della Sicurezza, il legislatore anziché definire le procedure tecniche organizzative per effettuare i controlli e le manutenzioni degli impianti antincendio, vorrebbe definire, senza avere una delega di legge, una vera e propria disciplina di selezione di imprese ed operatori. Questi sarebbero legittimati ad operare unicamente se in possesso dei requisiti di qualificazione e formazione puntualmente indicati nella bozza di decreto trascurando che il settore degli impianti è già ampiamente regolato da oltre trent’anni (prima con la legge 46/1990 e poi con il D.M. 37/2008).

Confartigianato in sede di Commissione Tecnica presso il Comitato Nazionale Prevenzioni Incendi ha contestato la proposta di decreto che coinvolgerebbe non solo gli impiantisti ma anche tutti i datori di lavoro che devono dare attuazione alle disposizioni di prevenzione incendi nei luoghi di lavoro. A gennaio sono stati evidenziati ai Ministeri competenti i profili di illegittimità, formali e sostanziali e nei giorni scorsi è stato opposto agli estensori della norma un parere pro veritate, con l’auspicio che la proposta venga ritirata e corretta.
Il rischio è che si generino problemi di interpretazione a causa delle incongruenze tra la disciplina esistente e quella che si vorrebbe introdurre, con le immaginabili ripercussioni in termini di complessità regolatoria e sanzionatoria che graverebbero su imprese e pubbliche amministrazioni.

Se dovesse essere emanato il decreto così come indicato nelle bozze circolanti, quali saranno i requisiti tecnico-professionali che il datore di lavoro dovrà obbligatoriamente verificare? Quelli previsti dal nuovo decreto controlli o quelli dell’abilitazione professionale come risulta dalla visura camerale delle imprese impiantiste? Inoltre, il datore di lavoro è a conoscenza che se un’impresa non abilitata alle lavorazioni di cui alla lettera g) così come definite ai sensi del D.M. 37/08 esegue la manutenzione straordinaria, oltre a contravvenire ad una norma di legge, fa decadere il valore della dichiarazione di conformità dell’impianto e che l’impianto stesso, per definizione, non si potrà più definire a norma?

Il provvedimento non va nella direzione della semplificazione e dell’efficacia della norma perché introduce un ulteriore sistema di accertamento delle competenze che appare particolarmente complesso ed oneroso, senza peraltro apportare elementi evidenti di miglioramento delle condizioni di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro.