LA FINANZIARIA NON DEVE PENALIZZARE I TIROCINI DI INSERIMENTO LAVORATIVO

L’APPELLO DI CONFARTIGIANATO

La Finanziaria 2022 contiene un nuovo emendamento (art. 1 co 721) che consente alle imprese di stipulare i tirocini di inserimento lavorativo esclusivamente con disoccupati con difficoltà di inclusione sociale, limitando così la platea dei disoccupati potenziali beneficiari di questo strumento.

“Da oltre 20 anni i tirocini si sono rivelati utili strumenti da un lato per i disoccupati, di qualunque età, per il loro ricollocamento, la loro riqualificazione e dall’altro per giovani neodiplomati per una prima occasione di incontro con il mondo del lavoro– osserva Oscar Bernardi, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana – Dal prossimo anno questa formula contrattuale potrebbe subire una grave stretta che di fatto vanificherebbe la sua finalità poiché la limiterebbe solo ad alcune fasce di lavoratori , quelli con difficoltà di inclusione sociale.”

“Confido – sottolinea il presidente Bernardi– che il Governo ripensi alla portata della riforma che vuole attuare. I tirocini lavorativi, che valorizzano i disoccupati e gli inoccupati che si vogliono mettere in gioco, nel nostro territorio sono stati uno strumento fondamentale per attrarre personale nelle piccole imprese che sono abituate più di tutte le altre ad applicare contratti di lavoro formativi. In esse infatti i titolari sono maestri di un mestiere e tutor capaci di far seguire un percorso di inserimento e ricollocamento nel mercato del lavoro con riferimento al loro settore di appartenenza .”

I NUMERI

Fino ad oggi il 75% dei tirocini è stato avviato con disoccupati e inoccupati, il 12 % con studenti nei successivi 12 mesi dall’acquisizione del titolo di studio e il 13% con lavoratori fragili o di difficile inclusione sociale.
I dati di Veneto Lavoro attestano ad oltre il 65% il numero di contratti di lavoro subordinati sottoscritti da soggetti subito dopo aver maturato queste esperienze e il più delle volte proprio con il datore di lavoro che li aveva ospitati.
A
l termine dei lockdown causati da Covid-19 le imprese, gli operatori del mercato del lavoro e i disoccupati sono tornati ad usare, con la medesima intensità del 2019, questo strumento di ricollocazione che si dimostra agile e semplice da definire, con una media di attivazione per trimestre nuovamente intorno alle 10mila unità per un totale annuo destinato a raggiungere quota 40mila nell’intero Veneto, di cui circa 8mila in Provincia di Treviso
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COSA SONO I TIROCINII DI INSERIMENO LAVORATIVO

Gli stage di inserimento lavorativo, introdotti sul finire degli anni ’90 dall’allora pacchetto del Ministro Treu, sono una colonna portante delle politiche attive per il lavoro (in Veneto sono attuabili in virtù della DGR n.816 del 2017). Si tratta di esperienze formative e di orientamento rivolte a soggetti inoccupati o disoccupati senza limiti di età (i dati dimostrano che la maggior parte degli stage extracurricolari è stata stipulata con giovani e adulti fino a 40 anni), aventi durata massima di sei mesi (non ripetibile presso il medesimo datore di lavoro).
Nella nostra Regione è previsto il riconoscimento di un’indennità di partecipazione erogata dall’impresa, tramite cedolino mensile, non inferiore a 450 euro. I tirocinanti sono assicurati all’ Inail contro gli infortuni, sono equiparati ai dipendenti quindi hanno l’obbligo di ricevere formazione, visita medica ove prevista, consegna di dpi etc. e il datore è obbligato ad avere una ulteriore polizza privata ai fini della sicurezza sul lavoro.

Il tirocinio:

  • viene attivato sulla base di una convenzione stipulata tra l’ente promotore ( il Centro per l’Impiego della Provincia competente o i soggetti privati accreditati ad operare nel mercato del lavoro ) e l’impresa (soggetto ospitante);
  • si sviluppa in conformità ad un progetto formativo, condiviso dal tirocinante, che illustra gli obiettivi formativi da conseguire sul luogo di lavoro nonché le modalità e gli orari di attuazione.