LE MPI RAPPRESENTANO IL 53,5% DELLE IMPRESE MECCANICHE DELLA MARCA TREVIGIANA: È IL SETTORE PIÙ DINAMICO NEL COMPARTO DEL MANIFATTURIERO

La micro e piccole imprese rappresentano l’ossatura della Meccanica nella Marca Trevigiana. Sono 1.970, il 53,5% dell’intero settore, e danno lavoro a 21.238 addetti, pari al 54,3% degli occupati nella Meccanica. Dati che collocano le MPI trevigiane sopra la media nazionale, ferma al 50% delle imprese e degli occupati.

«Seppure inserite in uno scenario critico a causa dei conflitti in corso e del blocco del canale di Suez», sottolinea Oscar Bernardi, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, «le nostre aziende dimostrano vitalità e capacità di reagire alle sfide dei mercati.»

Come evidenziato da un report del Centro studi Confartigianato, le MPI trevigiane della meccanica hanno un buon indice di specializzazione, che colloca la Marca Trevigiana al 14° posto in Italia. Un dato migliore del complesso delle 3.683 imprese che proiettano la provincia al 15° posto. Anche rispetto all’occupazione, le MPI trevigiane rappresentano il 7% di tutti gli occupati, collocando la Marca Trevigiana al 14° posto in Italia e seconda provincia in Veneto.

Il dinamismo del comparto è confermato dalla propensione all’export, che ha raggiunto 6 miliardi 641 milioni di euro, il 2,9% del totale nazionale, dato che colloca Treviso al secondo posto in Veneto. Rispetto al 2021, il valore aggiunto delle esportazioni della Meccanica sono cresciute del 24%.

«Il settore ha mostrato una migliore dinamica rispetto all’insieme del manifatturiero», nota il presidente Oscar Bernardi, «che nella Marca Trevigiana ha raggiunto oltre 16 miliardi di fatturato. Il 41,5% si deve proprio alla Meccanica, secondo dato migliore tra le province venete. Va anche sottolineato che, mentre l’export della Meccanica è salito del 3,3% nei primi nove mesi del 2023, quello dell’interno comparto manifatturiero è sceso dell’1,6%».

La Meccanica ha risentito dell’aumento dei prezzi delle commodities, soprattutto energetiche e in particolare dell’energia elettrica. Tensioni anche per i metalli di base, che seppur in un trend di diminuzione, superano di oltre il 30% il livello precrisi del 2019.

«Nonostante questi rincari», dice il presidente Oscar Bernardi, «si rileva un miglioramento sul fronte dei prezzi alla produzione della Meccanica, con una performance migliore nel confronto con il manifatturiero. Tuttavia, va segnalato che anche in questo settore permangono criticità nella ricerca di personale specializzato. Su questo aspetto dobbiamo urgentemente correre ai ripari e continuare ad attuare ogni azione necessaria presso le istituzioni competenti affinché si possa giungere ad una soluzione, per non disperdere questo patrimonio del Made in Italy».