RITARDI RITIRO PFU: CONFARTIGIANATO AUTORIPARAZIONE CHIEDE L’INTERVENTO DEL MINISTRO DELL’AMBIENTE

RITARDI NEL RITIRO DEI PFU: CONFARTIGIANATO AUTORIPARAZIONE CHIEDE L’INTERVENTO DEL MINISTRO DELL’AMBIENTE

Gli autoriparatori e i gommisti di Confartigianato denunciano gravi carenze e disservizi nel ritiro di pneumatici e pneumatici fuori uso da parte dei Consorzi abilitati. La situazione ha raggiunto livelli di guardia in tutta Italia, al punto che il Presidente di Confartigianato Autoriparazione Alessandro Angelone si è rivolto al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa con una lettera nella quale segnala il problema e sollecita un rapido intervento.

“L’attuale sistema di raccolta degli pneumatici – sottolinea il Presidente Angelone – presenta fortissime criticità e carenze che mettono in seria difficoltà i gommisti associati i quali ricorrentemente, e in particolare a fine anno, non si vedono garantito il servizio di ritiro PFU da parte dei Consorzi abilitati. Il rischio molto probabile è di incorrere ancora una volta nel blocco del ritiro dei PFU”.

La giacenza di pneumatici fuori uso non ritirati – spiega Angelone nella lettera al Ministro Costa – provoca conseguenze estremamente penalizzanti per le aziende sia sotto il profilo operativo, sia economico poiché espone le imprese al rischio di pesanti sanzioni amministrative, creando gravi ricadute anche per l’ambiente e per la salute della collettività.

Il Presidente di Confartigianato Autoriparazione sottolinea inoltre che “inefficienze e anomalie dell’attuale meccanismo sono anche riconducibili a fenomeni di illegalità che spesso si annidano nel sistema di gestione degli pneumatici. Questo sistema, infatti, che è finanziato attraverso il contributo ambientale versato dagli acquirenti degli pneumatici dovrebbe garantire rintracciamento, raccolta e recupero di una quantità di PFU corrispondente agli pneumatici regolarmente immessi sul mercato. Esistono tuttavia pratiche scorrette come la vendita in nero di pneumatici, anche sul web, che generano evasione fiscale e del contributo ambientale o altre irregolarità nella gestione dei PFU, che pregiudicano il corretto funzionamento del sistema – con il rischio ricorrente di abbandoni, accumuli ingestibili di PFU presso gli operatori – e la copertura economica del sistema nazionale, non essendo possibile distinguere in fase di prelievo presso gli operatori i PFU regolari da quelli derivanti da pratiche illegali”.

Il Presidente Angelone, nel richiedere l’intervento del Ministro, ricorda che Confartigianato Autoriparazione è da tempo intervenuta presso tutte le sedi istituzionali competenti per sollecitare interventi risolutivi che possano garantire un sistema di tracciabilità, trasparenza e legalità dell’intero flusso degli pneumatici fondato sulla regolarità degli operatori, volto a riequilibrare il meccanismo e assicurarne la sostenibilità economica, oltre che a soddisfare il target di raccolta previsto per legge che, altrimenti, diventa insufficiente a coprire il quantitativo di pneumatici immesso sul mercato.

“Il disservizio riguarda anche la provincia di Treviso. Alcuni nostri soci stanno segnalando il ritardo nel ritiro di quantitativi sempre più ingenti di PFU da parte dei soggetti preposti” – afferma il Presidente Provinciale del Gruppo Autoriparazione Antonio Danesin – “Dopo aver indicato le problematiche esistenti, auspichiamo ora immediate risposte da parte Ministero dell’Ambiente. A nostro avviso vanno innanzitutto sospese le sanzioni a quelle imprese che hanno versato correttamente il contributo ambientale PFU previsto e che hanno superato i limiti del deposito temporaneo. In alternativa si dovrà prevedere un adeguato ampliamento di tali limiti. Auspichiamo inoltre che venga creato un sistema informatico che attesti il diritto al ritiro delle quantità in kg. di PFU riferibili a pneumatici regolarmente fatturati, in modo da garantire il ritiro ritiro dei soli pneumatici regolari. Oltre al quantitativo di raccolta, pari attualmente al 95% in peso dell’immesso legalmente sul mercato nell’anno precedente, andrebbe previsto anche un sistema di gestione delle quote “extra target” a pagamento e con tariffe differenziate, in modo da consentire di smaltire fattivamente tutti i PFU rimasti a terra. Va infine aumentata la vigilanza sull’operato di tutti gli operatori coinvolti nella raccolta dei PFU”.