SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO: L’ARTIGIANATO C’E’

Le responsabilità delle persone che frequentano un cantiere o un laboratorio o un’officina, i dispositivi di protezione individuale, l’investimento in formazione e informazione sono da anni una priorità per Confartigianato Imprese Marca Trevigiana.

«Artigianato e sicurezza sono sulla stessa lunghezza d’onda», precisa il presidente Vendemiano Sartor, «chi afferma che la cultura della sicurezza sia meno diffusa nella piccola impresa non conosce la realtà e non fa un buon servizio ai lavoratori.»
L’Associazione porta a supporto una serie di iniziative e di dati. Il sistema artigiano trevigiano, nel quadro degli accordi regionali, è stato il primo che ha siglato con CGIL, CISL, UIL apposite intese che hanno introdotto nelle imprese rappresentanti territoriali per la tutela della sicurezza dei lavoratori (RLST). Hanno inoltre istituito appositi organismi paritetici (COBIS e CPR) per condividere l’utilizzo delle risorse della bilateralità, finalizzandole a finanziare attività formativa e di prevenzione sulla sicurezza.

«I titolari di pmi e imprese artigiane», aggiunge Sartor, «sanno benissimo quanta importanza abbia investire in sicurezza. Dipendenti, datori di lavoro e loro collaboratori familiari che operano in azienda o in cantiere, corrono tutti gli stessi rischi e il livello di coinvolgimento personale ed emotivo in eventuali incidenti va ben oltre le responsabilità dovute per legge. “Nel 2020, nonostante le difficoltà organizzative dovute alla pandemia la nostra Associazione ha formato sulla sicurezza sul lavoro oltre 6.300 persone tra titolari, soci e lavoratori in oltre 520 corsi. A queste attività si devono sommare gli sforzi sostenuti per adeguare gli ambienti di lavoro ai protocolli anticontagio e l’imminente azione formativa di aggiornamento per i 32mila lavoratori dipendenti del mondo artigiano trevigiano in applicazione delle normative del 2011.”

In collaborazione con la Fondazione Architetti di Treviso si sono appena conclusi due webinar, “Le immagini dell’insicurezza”, ai quali hanno partecipato 150 imprenditori della cantieristica, professionisti e studenti del triennio dell’istituto superiore Einaudi Scarpa di Montebelluna. L’obiettivo: fare chiarezza sulle responsabilità in capo a chi opera nei cantieri edili e individuare soluzioni condivise per non incorrere in errori organizzativi che si possano trasformare in infortuni.

L’insicurezza ha dei costi che superano di gran lunga gli investimenti che generalmente vengono fatti per adempiere agli obblighi normativi. Costi che, purtroppo, ricadono sulla collettività e si traducono in situazioni drammatiche per le comunità e le famiglie.

«Agire in sicurezza significa ottimizzare i processi», sottolinea Vendemiano Sartor, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, «organizzare e rendere efficiente il lavoro, conferendogli qualità. Significa rendere attrattiva un’impresa agli occhi di chi sta cercando un lavoro e orgoglioso e tutelato chi in essa già opera. In questo ambito, anche alla luce dei tragici eventi succedutisi nel corso delle ultime settimane, riteniamo fondamentale continuare a sensibilizzare tutti gli operatori per aumentare il livello di consapevolezza sull’importanza dell’apporto di ciascuno per il miglioramento degli standard di sicurezza».


«La formazione in materia di sicurezza, obbligo inderogabile», ha osservato Stefano Farina, curatore dei seminari «viene spesso subita come un’imposizione e di conseguenza la partecipazione a momenti formativi si rivela una forzatura, subita passivamente. Grazie alle immagini di insicurezza raccolte nel corso della mia esperienza professionale ricerco l’interazione, confronto quello che i partecipanti fanno nella loro quotidianità, a volte anche inconsapevolmente, con quello che invece dovrebbero fare per evitare di esporsi ad inutili rischi che ne possono compromettere la loro integrità.»

«Cultura della sicurezza, attenzione alla sicurezza, educazione alla sicurezza, questi i concetti da rendere elemento costante nella nostra pratica progettuale», ha affermato Giuseppe Cangialosi, presidente Fondazione Architetti di Treviso «Sono concetti che, assieme a quelli di benessere, di comfort, di qualità, dobbiamo sentire nostri e trasferire ai committenti come un importante valore aggiunto al progetto. La sicurezza nel cantiere non è un fattore che si limita alla fase dei lavori ma dev’essere l’inizio di un processo che parte dal progetto e continua nell’uso quotidiano degli spazi finiti ed abitati. Questo particolare momento storico segnato dall’importante opportunità degli incentivi per le riqualificazioni dovrebbe essere l’occasione per attivare tutto quanto riteniamo necessario per mettere in atto una nuova cultura della sicurezza che è nemica delle leggi provvisorie e delle leggi a termine che, invece, ci impongono fretta e traguardi a breve termine.»