“C’è un’escalation di aggressività tra minacce, aggressioni verbali e tentativi di non pagare le corse alla base di quanto successo al collega di Verona, a cui va tutta la solidarietà della categoria di Confartigianato a livello regionale e provinciale. Il fatto è gravissimo”. Lo afferma Giambattista Danieli, presidente provinciale dei tassisti di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana e del Gruppo taxi di Confartigianato Imprese Veneto.
È successo sabato scorso. Un tassista, una cinquantina d’anni, padre di famiglia, che ora sta bene ma rimane monitorato in ospedale dopo aver passato due giorni in terapia intensiva, ferito con un coltello in una zona isolata di Legnago, durante un viaggio di servizio iniziato alle 18.30 che l’aveva portato dalla stazione di Porta Nuova nella cittadina della Bassa.
“Siamo la categoria che sta subendo in modo pesante e soprattutto per più tempo la pandemia” -prosegue Danieli- e ciononostante siamo sempre a disposizione nelle 24 ore e siamo spesso a diretto contatto con il disagio della nostra società. Diciamo sempre che siamo in prima linea, ma questa volta è proprio vero; abbiamo toccato la violenza e la paura, l’indignazione e la rabbia. Non si possono subire intimidazioni di questo tipo, la nostra società intesa come comunità è profondamente minata dall’ignoranza e dalla falsa informazione. E i risultati sono questi: aumento dell’aggressività, diffuso senso di impunibilità e banalizzazione delle azioni violente”.
“Le notizie di intimidazioni e aggressioni arrivano da diverse parti della penisola e in particolare dalla Lombardia e dal Veneto. Cosa chiediamo? Vogliamo evitare altre situazioni come quella accaduta nel veronese chiedendo maggiore sicurezza e “solidarietà fra istituzioni e mondo del lavoro” affinchè non solo il mondo dei taxi ma l’intera società civile non sia mai in ostaggio di pochi violenti. Ci vuole un cambio di marcia, le istituzioni, le nostre associazioni e il mondo economico devono avere una visione univoca e spendere energie per combattere questo aumento di aggressività programmando azioni di ascolto, di formazione e di solidarietà. Potrebbe infine essere d’aiuto lo stanziamento di risorse da parte delle amministrazioni per l’installazione di telecamere nelle auto collegate alle control room delle forze dell’ordine”.