TRASPORTO PERSONE. CRESCE LA RICHIESTA DI INTERVENIRE URGENTEMENTE SU ALCUNE NORME IN MATERIA BANCARIA

La recente Legge di Bilancio ha introdotto una importante novità: la sospensione degli effetti previsti in caso si totalizzi un risultato negativo oltre il limite previsto dal Codice Civile, consentendo, alle imprese, di poter ottemperare a quanto previsto con tempistiche congrue alle difficoltà sofferte causa Covid-19.

Un principio che per i rappresentanti del variegato mondo del trasporto persone – tra i più colpiti dalla pandemia – dovrebbe fungere da ispirazione per intervenire anche all’interno di un ambito altrettanto critico per le imprese quale quello connesso alla valutazione di merito ai fini del rilascio di nuovi finanziamenti e al mantenimento di quelli attualmente in essere. I vertici di Bus Operator, Taxi e Ncc auspicano, infatti, che gli istituti di credito, nel valutare la tenuta delle loro aziende guardino sì al loro patrimonio netto ma con visione altrettanto prospettica. Il rientro anticipato delle linee di credito aprirebbe scenari veramente drammatici.

L’Abi e le Associazioni di categoria tra cui Confartigianato, hanno inviato a fine 2020 una lettera alle istituzioni europee in cui è contenuta una forte richiesta di intervenire urgentemente su alcune norme in materia bancaria circa la classificazione dei crediti deteriorati, che, pensate in un contesto completamente diverso da quello attuale e caratterizzate da un eccesso di automatismi, rischiano di compromettere irrimediabilmente le prospettive di recupero dell’economia italiana ed europea.

Il credito ha assunto e assume un ruolo cruciale, nelle fasi più acute della crisi, per assicurare la liquidità alle imprese. Altrettanto essenziale sarà il supporto del credito nella fase successiva, per sostenere le imprese nel percorso di ripristino delle condizioni di economicità dei loro business.

“E’ indispensabile -concludono i Presidenti Daniele Rigato, Denis Pulita e Gianbattista Danieli – che in analogia con i provvedimenti adottati da parte del Governo in tema di ripianamento delle perdite realizzate nell’esercizio 2020 da parte delle società di capitali, si intervenga sul processo di valutazione delle imprese in termini di merito creditizio tenendo conto dell’”effetto Covid-19” sui bilanci relativi al 2020. Si tratta quindi di operare una valutazione ponderata rispetto ad eventuali sofferenze o deterioramenti del patrimonio aziendale, che tenga conto non solo del dato contabile, ma anche del reale stato di salute dell’impresa, della sua capacità di ripresa produttiva, di eventuali piani di risanamento e di quelle che sono le reali prospettive di mercato ed evitare che al venire meno tra sei mesi delle misure di protezione attivate dal Governo attraverso il Fondo centrale di Garanzia, corrisponda una stretta creditizia con un blocco dei nuovi affidamenti. Non possiamo permetterci di interrompere i canali di sostegno a quelle imprese sane che possono risollevarsi nel momento in cui ci sarà la possibilità di tornare a produrre e competere in una situazione di ritrovata stabilità. Per questo -chiosano- chiediamo a tutti gli attori a partire dagli stessi istituti di credito di fare proprio questo principio, e fornire il massimo supporto all’economia reale nel momento in cui questo è la condizione per la tenuta del tessuto produttivo.