La Marca Trevigiana è 4ª in Italia nell’indice “youth-friendly” e seconda in Veneto. Un dato in contrasto con l’indice della qualità della vita per i giovani dove la Marca Trevigiana è al 50° posto. Oscar Bernardi, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana: «Il tessuto diffuso della piccola impresa è stato capace di creare una cultura del lavoro accogliente e stimolante»
Treviso non è una provincia per giovani, ma è ai primi posti in Italia quale habitat per le imprese e il lavoro degli under 35. L’indice “Youth-Friendly”, elaborato da Confartigianato su 13 indicatori, colloca la Marca Trevigiana al 4° posto in Italia e seconda in regione. Treviso è addirittura terza nella propensione delle imprese a collaborare con le scuole con tirocini e stage in azienda. Stessa posizione per quanto riguarda la propensione delle imprese a collaborare con le scuole, mentre la Marca è quarta a livello nazionale nella domanda di lavoro delle imprese di giovani under 30. Sesta posizione nella diffusione di contratti stabili offerti ad under 30.
Risultati che stridono con la classifica dell’indagine sulla qualità della vita, proposta come ogni anno da “Il Sole 24 Ore”. Puntando il focus sui giovani, Treviso è solo 50ª a livello nazionale, anche se con un balzo in avanti di 27 posti. Resta comunque il fanalino di coda in Veneto insieme a Venezia: Belluno (7° posto), Verona (12°), Rovigo (13°), Vicenza (40°) e Padova (47°).
Bassa classifica per la Marca Trevigiana nei canoni di locazione delle abitazioni in rapporto al reddito medio (89° posto), per numero di spettacoli in rapporto al numero degli abitanti tra i 18 e i 35 anni (94° posto). Appena maglio va per i laureati e gli altri titoli di studio equivalenti (37°), gli amministratori locali under 40 anni (39°) e le aree sportive (51°).
«Questo confronto tra i dati», ragiona Oscar Bernardi, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, «deve fare riflettere tutti. Se il tessuto economico e la cultura del lavoro sono stati capaci di creare un ambiente favorevole all’imprenditorialità e al lavoro dei giovani, non altrettanto si può dire più in generale della qualità della vita. È evidente che il tessuto diffuso della piccola impresa è stato capace di creare una cultura del lavoro accogliente e stimolante.
L’indice “Youth-Friendly” esamina i dati provinciali su tasso di occupazione degli under 35, declino demografico, “fuga di giovani cervelli” 25-39 anni, diffusione degli investimenti e della formazione sul digitale, digital marketing, grado di esposizione all’Intelligenza artificiale, diffusione degli investimenti e della formazione centrata su transizione green e sostenibilità ambientale, presenza di giovani under 30 NEET (giovani che non lavorano e non si formano), fabbisogno occupazionale 2023-2027, imprese totali e artigiane gestite da under 35, nuove imprese capitanate da under 35, le imprese nate negli ultimi cinque anni, diffusione nelle imprese di formazione, tirocinio/stage, alternanza scuola-lavoro, apprendistato e nuove assunzioni di under 30 con contratti stabili.
«Non deve essere sottovalutato il ruolo del rapporto stretto che si è creato in provincia tra scuole e imprese», sottolinea Oscar Bernardi. «Treviso è al 13° posto in Italia per diffusione dell’apprendistato, calcolato nel rapporto tra assunzioni con contratto apprendistato sul totale delle assunzioni. Da sempre l’Associazione si batte per sviluppare alleanze virtuose con le scuole per favorire l’apprendistato. Non ultimo, va anche considerato l’investimento che Confartigianato da anni sta facendo nella promozione dell’imprenditorialità giovanile. Una cultura d’impresa non si improvvisa, ha bisogno di impegno e costanza nel tempo, solo così diventa efficace».