Le stime ISTAT prevedono che nel 2030 il rapporto tra occupati e popolazione over 64 arriverà a 1,5. Visto che non si può intervenire sull’invecchiamento è sul tasso di occupazione, in particolare quello femminile -fermo al 56%- che si deve lavorare. La partecipazione attiva delle donne nel mercato del lavoro è una questione di sostenibilità oltre che di equità.
Dall’osservatorio dell’Ufficio Studi Confartigianato Imprese Veneto sulle persone artigiane con cariche, la componente femminile mostra, in Veneto, una maggiore resilienza. Nel corso degli ultimi quattro anni, il loro peso è infatti cresciuto sul totale delle persone artigiane passando dal 21,3% del 2016 al 22,1% del 2020. La Marca Trevigiana si colloca la terzo posto della classifica delle province venete con una percentuale del 22.4%. Rispetto al 2019 si è registrata una contrazione pari allo 0.9%.
L’anno appena trascorso è stato complesso. L’emergenza sanitaria ha accentuato significativamente i problemi legati alla conciliazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia. Questo però non ha inciso sulla presenza di donne nell’artigianato nostra regione che è rimasta tutt’altro che marginale: 36.457 (su 165.261 persone, pari al 22.1%), di cui 6.760 nella Marca Trevigiana. Di queste il 42.5% ricopre la carica di titolare, il 40.2% è attivo nell’impresa in veste di socio e circa il 15% ha un ruolo di amministratore. Da sottolineare che rispetto al 2019 le prime sono rimaste pressochè invariate (-1%) così come le amministratrici. Una flessione più marcata, pari a -2.5%, è stata registrata a carico delle socie.
Circa la distribuzione per settori delle 2.762 titolari rileva che il maggior numero, ben 1.792, pari al 62.4%, è impegnato nell’ambito dei servizi alla persona (-0.3 % rispetto al 2019). A seguire , 713 guidano aziende manifatturiere (-4.7% rispetto al 2019). Ben 278, +3.7% in più del ’19, hanno un’azienda attiva nei servizi alle imprese. La dimostrazione di un’attitudine ad occuparsi di servizi innovativi, digitali .Infine 2.6% conduce un’azienda di costruzioni.
Le misure introdotte nell’ultima manovra di bilancio a favore delle imprese femminili sono un chiaro segnale di riconoscimento del contributo delle donne all’economia italiana e corrispondono a quanto il Movimento Donne Impresa di Confartigianato ha ripetutamente sollecitato per sostenere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Positive le misure riguardanti il Fondo per l’imprenditoria femminile (20 mln di euro per ciascuno degli anni 2021-2022 per promuovere e sostenere sia l’avvio di nuove imprese femminili sia il rafforzamento della struttura patrimoniale delle imprese femminili e programmi ed iniziative per diffondere la cultura imprenditoriale tra le donne) e per le nuove aziende guidate da donne e gli impegni per consolidare l’attività delle imprese nei settori innovativi e per favorire gli investimenti nelle nuove professioni. Si auspica che vengano accompagnate da provvedimenti semplici e snelli, solo così si sosterrà realmente il contributo femminile all’economia italiana e si colmerà il gap rispetto agli altri Paesi europei.