ETICHETTATURA IMBALLAGGI: RICHIESTA LA SOSPENSIONE SINO AL 2022

Dal 26 settembre 2020 vige l’obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi imposto dal recepimento del pacchetto di direttive europee sull’economia circolare. 

Il Decreto legislativo 116/2020 che lo ha introdotto non ha sanato i tanti dubbi interpretativi e le incertezze sugli aspetti operativi che stanno disorientando produttori e utilizzatori.
Alle imprese sono richiesti importanti investimenti per l’adeguamento alle disposizioni quando purtroppo ancora non sono chiari i contenuti da riportare in etichetta, i soggetti obbligati, le tempistiche per l’esaurimento scorte per gli imballaggi in magazzino e i tempi per l’adeguamento e gli adempimenti per il prodotto destinato all’estero.

Confartigianato tra ottobre e dicembre 2020 ha concorso, con il CONAI e le altre organizzazioni, a definire le linee guida che potessero in qualche modo colmare le lacune normative con l’obiettivo di aiutare le imprese in attesa dei necessari quanto urgenti correttivi normativi.
Correttivi che non sono arrivati. Anzi, con il Decreto Milleproroghe è stata sospesa temporaneamente una parte dell’obbligo in capo ai produttori (le indicazioni per il fine vita), lasciando vigente l’obbligo di apporre su tutti gli imballaggi la codifica identificativa del materiale secondo le norme europee. Una sospensione parziale che ha aggiunto confusione ad un quadro già poco chiaro.

Confartigianato ritiene necessaria una sospensione di tutta la misura almeno fino ad inizio 2022 per disporre del tempo necessario a chiarirne l’operatività con correttivi legislativi. Infatti, una linea guida CONAI non ha la forza normativa per regolare un intero sistema e non fornisce alcuna garanzia per le aziende. Le sanzioni previste per le inadempienze (da 5.200 a 40.000 euro) sono assolutamente spropositate e insostenibili per le piccole e medie imprese costrette ad operare in tempi di pandemia in un contesto così poco chiaro.