In riferimento all‘ informativa del 10 febbraio 2021, si comunica che è disponibile sul sito del Mibact l’ “Elenco unico dei restauratori di beni culturali” che comprende i restauratori qualificati ai sensi dell’art. 182 del Dlgs. 42/2004, coloro i quali hanno conseguito la qualifica partecipando ai corsi abilitanti all’esercizio della professione e le figure in possesso della qualifica estera riconosciuta in Italia.
Il portale ministeriale consente di effettuare ricerche all’interno dell’elenco dei restauratori per: Nome, Cognome, Codice fiscale, settori di competenza professionale (12 in tutto) e Regione di attività. La registrazione alla piattaforma in qualità di restauratore offre inoltre una serie di funzionalità:
- esprimere il consenso alla pubblicazione del Codice fiscale;
- registrare e pubblicare il proprio indirizzo e-mail;
- indicare le Regioni in cui l’attività professionale viene svolta;
- scaricare un attestato di iscrizione all’elenco;
- richiedere la cancellazione dei propri dati ai sensi dell’art.17 del GDPR.
Gli strumenti a disposizione sul portale semplificano quindi la verifica del possesso della qualifica del professionista da parte dei soggetti interessati, le ricerche dei professionisti nell’ambito di specifici settori di competenza professionale e l’aggiornamento dei dati da parte dei professionisti.
Il Presidente di Confartigianato Restauro Roberto Borgogno esprime piena soddisfazione e sottolinea l’importanza della rapida iniziativa del Ministero che va a maggiore tutela del patrimonio culturale italiano, nel rispetto dell’articolo 9 della nostra Costituzione.
“Con questo elenco che, di fatto, ha valore di Albo – spiega il Presidente Borgogno – viene innanzitutto riconosciuta una battaglia pluridecennale condotta da Confartigianato Restauro sull’unicità del titolo, sancita sin dalla conclusione dell’esito del bando nazionale di qualifica, terminato nel 2018 e ribadita oltre ogni ragionevole dubbio nella pronuncia del TAR del Lazio di metà gennaio. Ne deriva poi una serie di questioni giuridicamente rilevanti e che ricadono sulle procedure di affidamento di tutti quegli aspetti che riguardano la tutela e la salvaguardia dei beni culturali, partendo dalla fase progettuale sino al collaudo dell’intervento ‘a regola d’arte’ come va definita la conclusione dei lavori di manutenzione e restauro”.
“Da oggi quindi – prosegue Borgogno – tutte le amministrazioni pubbliche a differente livello e le committenze private, titolari di beni culturali tutelati, così come espresso nella nuova accezione della Convenzione di Faro, dovranno fare riferimento a questo nuovo strumento democraticamente creato e che offre a tutti un’opportunità di scelta per competenza. Uno strumento che toglie alibi a coloro che nel settore operano o vorrebbero operare secondo regole di mercato che non riconoscono la piena titolarità di una professione acquisita per meriti teorici e pratici, che sono un unicum a livello globale perchè così sancito fin dalla Dichiarazione di Bologna”.
“In questa giornata storica – conclude Borgogno – rivolgo un pensiero a tutte le colleghe restauratrici, sia imprenditrici che collaboratrici, perché questa attività è in buona parte una professione femminile che in questi mesi di lockdown ha sofferto lo svuotamento delle nostre città e le conseguenze economiche, ma che ostinatamente ha dimostrato doti di resilienza eccezionali”.
Per i restauratori la registrazione al portale è consentita unicamente a coloro che siano già presenti in elenco (in allegato la procedura).