RIPARTE LA FILIERA DEI MATRIMONI E DELLE CERIMONIE


Quelli celebrati nel 2021 nella Marca Trevigiana sono stati 2.303 con un + 65% rispetto 2020. Rappresentano un giro d’affari di oltre 51 milioni di euro e danno lavoro a 8.928 addetti

L’estate è anche la stagione dei matrimoni. Una boccata d’ossigeno per un comparto che in provincia di Treviso interessa 3.475 imprese artigiane, distribuite in 30 mestieri e con 8.928 addetti. Dopo lo stop imposto dal Covid, nella Marca Trevigiana sono stati celebrati 2.303 matrimoni, con un clamoroso balzo in avanti del 65% rispetto all’anno nero 2020. Le cerimonie nuziali, comunque, sono state in provincia 105 in meno rispetto al 2019.

«Le stime del 2022 parlano comunque di un’ulteriore crescita del 4,8%», spiega Oscar Bernardi, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, «un segnale incoraggiante per le imprese artigiane coinvolte nella filiera del wedding, delle unioni civili e delle cerimonie in genere. È un sistema complesso che mette insieme produttori di eccellenza del Made in Italy e aziende commerciali, della ristorazione e di servizio. Una realtà che muove un giro d’affari complessivo di oltre 51 milioni di euro all’anno in provincia».
Dei 30 settori interessati dalle domande di beni e servizi per matrimoni, quelli che incidono maggiormente sono l’acconciatura e l’estetica che con 2.023 saloni rappresentano il 58% del totale della filiera, mentre a contribuire in forma importante ci sono il settore della moda (abbigliamento, calzature intimo e gioielleria) con 592 aziende e un’incidenza del 17%, infine la grafica e la fotografia con 382 attività (11%).

I mestieri a più elevata incidenza artigiana nella filiera del wedding sono l’acconciatura e l’estetica che con 2.023 aziende rappresentano il 91,1% del settore, seguite da oreficeria e orologeria con 58 aziende (87,9%), gelaterie e pasticcerie con 262 imprese (81,6%), i fotografi che sono 161 (80,1%), i trasporti e noleggio con conducente (68 imprese, 73,1%), la pasticceria fresca (32 imprese, 71,1%) e l’abbigliamento (237 aziende, 68,7%).

«Non c’è dubbio che siano cambiate le abitudini dei consumatori anche su questo fronte», sottolinea il presidente Oscar Bernardi. «Registriamo una maggiore cautela, una grande attenzione al prezzo e una propensione all’acquisto di pacchetti che comprendano più prodotti e servizi per la cerimonia, dall’abito all’acconciatura o al catering. Per le imprese artigiane questo cambiamento rappresenta una nuova sfida, ma non ho dubbi che riusciremo a coglierla puntando sul gioco di squadra».

La tenuta di questa filiera ha anche un’importante ricaduta sul mercato del lavoro. L’incidenza dell’occupazione nell’artigianato trevigiano è particolarmente forte nei servizi di parrucchieri ed estetiste, con l’88,9% dell’intero comparto e 4.172 addetti impiegati, nella produzione di pasticceria fresca con l’87,9% e 167 addetti, nelle attività fotografiche e nelle legatorie con l’83,8% con 263 addetti totali, nel noleggio autovetture con conducente con il 78,1% e 121 lavoratori, nel confezionamento di abbigliamento con il 48,1% che dà lavoro a 625 persone. Tutti settori dove l’incidenza dell’artigianato trevigiano è più forte rispetto alla media regionale.